Via Pulchritudinis

Arte sacra, accoglienza professionale e turismo religioso

Ho avuto recentemente il piacere e l’onore di essere invitato dalla segreteria dell’arcivescovo Mons. Fisichella all’expo internazionale Via Pulchritudinis di arte scacra, accoglienza professionale e turismo religioso.
L’occasione fu una tavola rotonda insieme a Don Mario Santoro del pontificio consiglio della nuova evangelizzazione, la dottoressa Carla Benelli, storica dell’arte per i mosaici in Terra Santa, la tavola rotonda era moderata dal giornalista Stefano Maria Paci.
Il mio compito era quello di presentare le tecniche di realizzazione e il messaggio della vetrata artistica.

Via Pulchritudinis Vetrate

Ecco la mia presentazione per Via Pulchritudinis:

Buongiorno, mi chiamo Diego Tolomelli, sono nato a Pavia ed è ormai da qualche anno che vengo chiamato un maestro della vetrata artistica, sarà forse grazie all’età e alla barba bianca.

Ho avuto la gran fortuna di essermi avvicinato a quest’arte molto giovane, avevo solo 22 anni e dopo aver terminato gli studi di geometra, lavoravo per una ditta di forniture per dentisti e laboratori odontotecnici, decisamente un lavoro che non faceva per me.

Mi ha cambiato la vita una locandina affissa in un bar che pubblicizzava un corso di vetrate artistiche.
Così ho iniziato la mia avventura in questo campo.
Ho imparato la tecnica Tiffany e dopo il corso ho iniziato a produrre oggettistica con questa tecnica..

A 24 anni ero un precursore della fuga degli italiani all’estero e così mi sono spostato in Inghilterra, nonostante avevo studiato solo francese e non avevo nessun tipo di conoscenza dell’inglese, ma sono pazzie che a 24 anni si possono fare.
Dopo un annetto in cui vendevo i miei lavori nei mercati di Londra ho trovato lavoro in uno studio storico dell’Inghilterra, John Hardman Studios fondato agli inizi dell’800 e leader dello stile del Gothic Revival in tantissime chiese cattoliche di tutto il mondo.
Da qui ho iniziato ad imparare tutte le tecniche della produzione del restauro e della conservazione della vetrata a piombo, Mi sentivo il ragazzo più fortunato del mondo, lavoravo in un vero studio, circondato da vetrate bellissime e mi svegliavo prima della sveglia emozionato per andare a lavoro.
In questo periodo ho avuto la grande fortuna di essere circondato da persone molto valide, competenti e soprattutto sicure delle proprie abilità, perché penso che colui che non tramanda le proprie abilità lo fa per paura e insicurezza (e se poi questo mi frega il lavoro???)
Per fortuna non era così, in Inghilterra mi sono fermato 7 anni, ho lavorato per due studi ed ho imparato quasi tutto quello che c’era da imparare nel campo della vetrata, dico quasi perché nella vita e nel lavoro non si finisce mai d’imparare.
Non vorrei annoiarvi con la lista delle varie commissioni a cui ho partecipato, nuove vetrate, restauri e conservazione di vetro medievale ecc ecc.
Fatto sta che però dopo 7 anni mi sono psicologicamente trovato in un bivio, se rimanevo in Inghilterra forse sarebbe stato troppo tardi per poter tornare nel mio paese, così ho iniziato ad avere nostalgia per il mio paese, una buona pizza, un aperitivo in piazza e un weekend al mare la piove sempre.
Tornato in Italia ho lavorato per due anni in uno studio romano, fino a quando ho deciso di intraprendere un percorso tutto mio.
Certo non era la strada più semplice, quando hai pochi lavori da mostrare, quando non hai lavorato tu per tue commissioni la gente è giustamente restia a farti lavorare, ma mi sono impegnato ed eccomi qui, IKO Studio ha ormai 10 anni, è ogni anno in crescita e io sono sempre più orgoglioso dei traguardi ottenuti.

Della vetrata cosa vi devo dire, è il più grande amore della mia vita, dopo più di 20 anni di lavoro in questo campo ancora mi appassiona, ogni lavoro è una nuova esperienza e ogni vetrata è un nuovo mondo da esplorare.

La vetrata artistica non è solo arte e non è solo artigianato, gli inglesi quasi esclusivamente per la vetrata artistica hanno creato nell’800 un termine per rappresentarla Art and Craft che tradotto si potrebbe dire arte e mestieri o artigianato artistico.

La vetrata artistica è un arte molto tecnica, che comprende attività esclusivamente artigianali come il taglio del vetro, la tessitura a piombo affiancate da attività prettamente artistiche come la produzione di un bozzetto o la pittura su vetro.
Senza escludere però una parte fondamentale di chimica legata alla pittura a grisaglia e a smalti trasparenti, pigmenti composti da ossidi di vari elementi che conferiscono distinti colori cotti in forno a differenti temperature.

Vi accenno ora le varie fasi della tecnica di produzione di una vetrata artistica.

Il BOZZETTO che poi è la parte che vedono molti di voi quando noi artisti vi presentiamo il progetto ed il conto che poi dovrà essere approvato.
Questo è disegnato in scala, a mano e di solito dipinto con acquerelli, i colori che più si avvicinano a rappresentare la trasparenza del vetro.
Una volta approvato bozzetto e il preventivo, il bozzetto viene ingrandito in scala originale, ora si utilizza un plotter una volta era un lavoro molto laborioso che era fatto tutto a mano.

La seconda fase è quella delle linee di taglio ossia le linee di suddivisione dei vari tasselli di vetro, che vengono tracciate ogni volta che il vetro cambia colore (difatti parliamo di un mosaico di vetro colorato) ed ogni volta che bisogna aggiungere tagli che ci permettono di avere determinate forme che non possiamo ottenere da un singolo tassello.

La fase successiva è quella del taglio del vetro e della scelta dei colori, questo è un lavoro di precisione e più il piombo è sottile e più il taglio deve essere preciso altrimenti avremo dei buchi nella vetrata.

Poi c’è la parte che in genere piace di più a tutti, la pittura a grisaglia.
I vetri ovviamente sono già colorati e la grisaglia è quel pigmento scuro che ci permette di bloccare e filtrare la luce creando ombreggiature. E’ la fase in genere più lunga e laboriosa, la grisaglia viene cotta in forno ad una temperatura che va dai 650 ai 680 °C perché con la cottura questo pigmento che contiene vetro in polvere si vetrifica sul vetro stesso, rimanendo praticamente eterno sul vetro. E’ una tecnica di pittura che si ottiene a strati ad ogni passaggio il vetro viene cotto in forno, più vogliamo perfezionare le ombreggiature più volte il vetro dovrà essere cotto per fissare il pigmento, alcuni vetri come le mani e i volti potranno cuocere anche fino a 5-6 volte.
La pittura su vetro è molto diversa dalle altre tecniche di pittura, si lavora su un tavolo luminoso e non si va ad applicare luci ed ombre, ma si va ad applicare uno strato di pigmento scuro togliendolo poi dove noi vogliamo far passare la luce ed attenzione perché nella vetrata la luce è vera luce.

Una volta che tutto il vetro è dipinto il mosaico di tasselli viene assemblato con il piombo, che si compra a trafilati con una sezione a H posizionata in orizzontale dove un vetro entra da una parte e un altro dall’altra, le giunture poi verranno saldate a stagno. Il piombo è di vari spessori che vanno dai 3 mm e mezzo fino a un pollice ossia 2,4cm.

L’ultima fase è quella della stuccatura, si applica sulla vetrata uno stucco nero creato in laboratorio che va a riempire tutti gli spazi fra il piombo e il vetro, questo serve per irrigidire la vetrata e per renderla impermeabile anche se sempre di più viene chiesto di posizionare le vetrate dentro i vetrocamera che è già impermeabile di per se.

Ora come vedete le fasi di produzione di una vetrata artistica sono molteplici e richiedono tanto tempo e tante abilità, queste fasi però fanno parte dello stesso progetto e sono legate completamente una all’altra.
Ho lavorato in studi di vetrate dove le fasi lavorative erano assegnate a lavoratori differenti, ossia un artigiano si occupava solo del taglio del vetro, uno solo della montatura a piombo ecc ed ho lavorato in studi dove gli artigiani si occupavano di portare avanti tutte le varie fasi di lavorazione.
Io personalmente ho imparato con il secondo metodo e lo reputo il più opportuno, per vari motivi, stimola il lavoratore a sviluppare più abilità e quindi stimolarsi e interessarsi di tutte le fasi di lavorazione rendendo così la fase successiva una continuazione di quella precedente.

La vetrata artistica è fatta poi di colori ed immagini talvolta finemente dipinte, ma cosa rappresentano, che cosa vogliono comunicare?

Per rispondere a questa domanda bisogna tornare indietro nel tempo alle origini della vetrata, la vetrata nasce per una ragione tecnica più che artistica.
Alle sue origini tutto il vetro prodotto era solo vetro soffiato, le dimensioni delle lastre erano ridotte e non erano sufficientemente grandi per riempire i vani finestre degli edifici di culto e non.
Così si è pensato di unire i vari pezzi di vetro per riempire le grandi superfici, prima con intersezioni di legno o pietra e successivamente con il piombo essendo morbido e malleabile e quindi facile da utilizzare per seguire le varie forme dei tasselli di vetro.
Si è pensato poi di utilizzare vetri colorati e successivamente di comporre mosaici di vetri colorati che vennero poi dipinti con una funzione di creare immagini per istruire il popolo che era prevalentemente analfabeta.

Ecco, che il primo messaggio delle vetrate artistiche era quello di rappresentare passaggi della Bibbia nuovo e antico testamento che il popolo non poteva leggere direttamente dai libri sacri,
è in questo periodo che nascono le grandi vetrate delle cattedrali medievali.
In contemporanea alle immagini figurative nasceva anche lo stile puramente decorativo delle vetrate artistiche, da un lato abbiamo un messaggio puramente religioso, dall’altro abbiamo lo scopo di abbellire e creare un atmosfera di luci e colori per stimolare la preghiera e il contatto divino.

Lo stile delle vetrate negli anni ha seguito lo stile delle forme d’arte in generale, dallo stile medievale si è passati a uno stile rinascimentale, fino ad arrivare allo stile moderno e contemporaneo di oggi.

Quello che però ci colpisce quando visitiamo i regni della vetrata artistica, luoghi come York Minster in Inghilterra, la Saint Chapelle a Parigi o il Duomo di Milano è la maestosità delle vetrate, la miriade di colori, di tasselli di vetro e rimaniamo a bocca aperta.

Sfortunatamente noi artisti contemporanei della vetrata, siamo nati nel momento sbagliato, la nostra costante lotta è quella contro il preventivo. La ditte di vetro soffiato in lastra chiudono lasciando il posto a ditte che producono vetro sempre più economico e la pittura a grisaglia con i dettagli mozzafiato della vetrate antiche non si possono più realizzare per stare nel budget.

Questo purtroppo ha anche influenzato il design delle vetrate, il figurativo lascia il posto a stili astratti, con tasselli di vetro sempre più grandi, privi di dettagli e di pittura a grisaglia e a mio avviso con messaggi veramente limitati da trasmettere.
La cosa che ci fa continuare è però la passione, penso che la passione dovrebbe essere la spinta per qualsiasi lavoro, è purtroppo difficile pensarlo se fai il cassiere al supermercato o le consegne per Amazon (magari con un braccialetto che identifica la tua posizione), ma quando sono nel mio laboratorio, in tranquillità, affacciato sul bellissimo lago di Bolsena, a far creare, mi ritengo veramente fortunato, e non c’è nessun tipo di preventivo che mi limita.

Se volete più informazioni riguardo alla mia presentazione a Via Pulchritudinis, contattateci